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Immagine del redattoreLud Leather

Aggiornamento: 21 lug 2020

Dungeon Milano, il nuovo studio di Madame Blanche e Mistress Gio Leather!

Completamente rinnovato ed unico nel suo stile, con attrezzature di prim'ordine e sopratutto con una vera cella di reclusione, dove provare la vera privazione!





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Immagine del redattoreLud Leather

Sono Fabio, dopo anni sono riuscito nell’intento di sposare la mia Padrona Giò; chiaramente siamo andati da un notaio dove gli ho lasciato ogni bene presente e futuro…Il nostro quotidiano era fatto di situazioni semplici, gli portavo la colazione a letto, cucinavo, pulivo casa, pulivo soprattutto il suo armadio completamente colmo di abbigliamento e calzature in pelle, era il mio REGNO, al mattino prima di uscire leccavo le calzature che Lei avrebbe indossato prima di uscire. Mentre io andavo a lavorare, la Mia Padrona andava a fare shopping, palestra e chissà cos’altro.


Un giorno tornando in pausa pranzo dal lavoro, mi attende in salotto calzando da un paio di stivali di pelle nera con un tacco a spillo da paura dentro pantaloni in pelle con una cintura borchiata, un corpetto sempre in pelle lasciava immaginare il suo seno, poi il suo lungo impermeabile e, immancabile il suo cappello da nazi, i suoi lunghi guanti e in una mano il frustino e nell’altra il suo sigarillo, a gambe leggermente divaricate si ammira di fronte allo mentre si accarezza lo strapon indossato… ha anche il reggiseno nero, lucido, borchiato


Rimango paralizzato, sulla porta, lei non mi degna di uno sguardo, continua a giocare con le sue mani intorno allo strapon.


Poi mi vede, “Spogliati !” mi dice, anzi mi ordina.


Non mi sembra vero, in pochi secondi sono nudo


“In ginocchio !” con lo stesso tono perentorio.


“Vedi questi stivali, bastardo, li ho appena comprati con la tua carta di credito, voglio che li lucidi con la tua lingua !”


Non posso che obbedire, cosi inizio a leccare gli stivali dall’alto fino alla punta prima uno e poi l’altro. Quando ho finito col secondo stivale si rialza, solleva una suola da terra e mi dice “Anche sotto ! devo avere pestato qualcosa.” l’odore è inconfondibile,.


“Ma scherzi ? CHE SCHIFO !” rispondo offeso mentre sono ancora a quattro zampe.


Non ho fatto in tempo a chiudere la bocca che mi arriva una frustata sul sedere, secca violenta.


“Li Vedi questi stivali ? Devi adorarli, e tu fai TUTTO quello che ti ordino, merda.


Così mi accovacciai ai suoi piedi, e iniziai a ripulire la suola di quegli stivali, sul primo schifato ma sempre più eccitato dalla nuova situazione, lucidai quella suola e poi mi dedicai all’altra senza che lei mi chiedesse nulla. A quel punto la Padrona si alzò dal letto, è più alta di me, con i tacchi era altissima, mi accarezzò la testa come ad un bravo cane,


“Bravo, hai capito chi comanda…. annusa e lecca qui.” mi mise sulla faccia la mano bagnata dei suoi umori che leccai con gusto “Vedi, se ubbidisci forse ti premio.”


Si avviò fuori dalla stanza, ondeggiando sui tacchi vertiginosi di quegli stivali


“Allora ti piace il mio look ?” mi chiede guardandomi dall’alto in basso.


“Sei bellissima!! fantastica !” rispondo Mi fai impazzire !”


La frusta prende vita e mi colpisce sul petto, poi con un piede mi schiaccia la faccia di lato.


“Mi fai male !” grido.


“E’ quello che voglio ! Lo schiavo non fa domande ! E quando ti rivolgi a me chiamami PADRONA !” poi torna a girami intorno, lasciando che la punta della cintura strisci sul mio corpo “E’ chiaro?”


Non posso che obbedire, “Si Padrona, sei bellissima Padrona, farò tutto quello che mi ordini !”


A queste parole si addolcisce, si ferma e si accovaccia tra le mie gambe divaricate, con la cintura solletica il mio culo, le palle ed il cazzo.


“Così va meglio, hai paura vero ? Però ti piace, la mia eccitazione è tale che non riesco a resistere, vengo schizzando sperma sulla mia pancia.

Si alza improvvisamente, “Sei una troia !” mi dice “Tu non puoi godere senza il mio permesso” e mi colpisce nuovamente sulle cosce ” Hai imbrattato la frusta! ora ti punirò come meriti…”.

“Perdonami Padrona !” rispondo terrorizzato “Non potevo resistere !”

“Silenzio !” e mi fa ripulire le gocce di sperma dalla frusta, poi esce a grandi passi dalla stanza diretta credo in cucina,.

Per qualche minuto non sento nulla, non oso chiamarla ne dire nulla, quando arriva ha in mano un coltello, lo conosco è il più affilato che abbiamo.


“Ti prego non farmi male, padrona” la supplico, il suo sguardo mi fa un po paura, si inginocchia di fianco a me, inizia a giocare con la punta del coltello sui miei capezzoli, sulla pancia disegnando ghirigori con la lama gelata, ho i brividi.


Poi con la lama inizia a raccogliere lo sperma, come se mi facesse la barba, anzi un po mi depila, quando ne ha raccolto un po mi apre la bocca “Tira fuori la lingua.” mi ordina, e mi pulisce il coltello da sperma e peli,


“Ora mangia !”


“Hai leccato merda e sperma! prima ti devi lavare !”


Sto per chiedere come ma lei tirando con forza avvicina la mia bocca al pube, inarca la schiena e inizia a pisciare con forza. Il primo getto entra dritto in gola e nel naso, calda, amara e odorosa, poi mi lascia cadere e mi inonda il viso, sembra non finire mai.


“Bevi !”


Nella sua immensa gratitudine sento il suo dito lubrificato che entra nel mio ano, e sposto il bacino per agevolare l’ingresso.


“Lo so che ti piace,


“Grazie, Padrona.” rispondo felice, mentre lei infila un secondo dito e stantuffa come per dilatare l’orifizio.


“Ma non è tutto qui..” e toglie le dita.


Mi infila lo strapon e mi scopa


“Puliscilo ! “Brutto frocio ! se fosse stato un bel negrone saresti stato felice vero ? Succhialo dai!”


Cerco di non soffocare e spompino quell’ammasso di silicone stupendomi del realismo e del fatto che la mia padrona gema quasi come se godesse fisicamente mentre mi scopa in bocca, anzi tra gli insulti e le incitazioni si eccita a tal punto che ha un orgasmo. Si ferma per prendere fiato, si rialza e posso vederla in tutto il suo splendore


“Ti piaccio così vero ?”


“Si Padrona, sei bellissima !”


.“Ti spacco, troione” mi dice mentre si mette le mie gambe sulle spalle, mi afferra il bacino e inizia a dimenarsi con quell’arnese dentro di me.


“Ti piace vero ? lo so che ti piace prenderlo nel culo !” mi dice pompando sempre più forte “Guarda che cazzo gonfio hai, non sborrare altrimenti..”


Io mugolo di piacere “Si Padrona sfondami !”


Ad un certo punto sento che spinge a fondo il cazzone, e comincia a ondeggiare sempre più velocemente con il bacino, mi squassa il culo ma è fantastico poi con un grido ha un orgasmo e si accascia sopra di me sudata e sfinita, dopo qualche tempo scivola via togliendo il dildo dal mio sfintere ormai slabbrato definitivamente


Mi spinge di lato e toglie lo strapon, poi prende il mio cazzo in mano e lo masturba lentamente svuotandomi le palle, io godo e sento un senso di gratitudine.


“Grazie padrona, voglio essere il tuo schiavo per sempre !” le dico.


“Lo sei già !” mi risponde, poi si alza e va in bagno dove si leva gli stivali, la raggiungo e mi inginocchio ai suoi piedi, inizio a baciarglieli con gratitudine.


“Ora mi faccio la doccia.” mi dice ” Lucidami gli stivali ! Li voglio come nuovi, poi lavi tutti i miei giocattoli!”


Mi do da fare con lucido e spazzole, poi vado a raccogliere i vari pezzi, poi è la volta dello strap-on, Quando esce dalla doccia ho messo tutto sulla valigetta, chiusa con una combinazione, mentre la sto aspettando. Mi ordina di asciugarla poi si fa un turbante con una salvietta rindossa gli stivali e va a controllare il lavoro. Apre la valigetta senza farmi vedere il contenuto, sistema i ‘giocattoli’ esaminandoli con cura ed è soddisfatta.


“Bravo ! hai fatto un buon lavoro…” chiude la valigetta e si alza con la cinghia in mano, e battendola sull’altra mano “Ora devi sistemare questo porcile.”


Per le coperte mi indica un sacco per i rifiuti che aveva preparato, ma quando vado per prendere lo scopettone mi ferma.


“Devi pulire in ginocchio, con secchio e straccio.. e attento a non lasciare tracce !”


Così inizio a strofinare il pavimento raccogliendo i liquami che ho sparso con la mia padrona che ad ogni goccia tralasciata mi colpisce il sedere con forza, o magari commenta quanto slabbrato è il mio culo da troia infilandoci un paio di dita. Quando, molto tempo dopo lei è soddisfatta ed io sono esausto mi dice “Ora puoi farti una doccia. Sei ridotto uno schifo !”

Sotto il getto rigenerante ripenso alle umiliazioni subite da mia moglie, per la quale il sesso era fino al giorno prima una noiosa incombenza da sbrigare il più in fretta possibile.

Dove aveva imparate quelle cose ? E con chi? L’idea che avesse avuto un altro mi faceva rodere di gelosia, ma immaginarla a fare sesso mi eccitava,


Dopo quella mattina, in cui mia moglie mi aveva stupito rivelandosi una sadica dominatrice, tutto era tornato come prima. Due mesi in cui non avevo trovato nessuna traccia dei suoi giocattoli, i segni delle frustate sulle gambe erano scomparsi da parecchio, l’unica “prova” tangibile era il mio sfintere dilaniato dai dildo che aveva usato, anche perchè dopo avevo provveduto a mantenerlo aperto quasi tutti i giorni. In tutte le occasioni in cui avevo provato a mettermi ai suoi piedi, a chiamarla padrona, aveva fatto finta di niente, o aveva finto di non capire o riso come per uno scherzo. Poi arriva una sera dove dovevamo andare ad una cena con i colleghi di lavoro, lei naturalmente in ritardo, sono in macchina e do due colpi di clacson, sto per lamentarmi ma le parole mi muoiono in bocca,, la mia Padrona è tornata, resto impietrito ad ammirarla mentre chiudo il portone.. E’ in piedi, le gambe divaricate i pugni chiusi sui fianchi. Gli stivali neri con i tacchi a spillo… le autoreggenti a rete… la micro-gonna in latex nero che lascia vedere i peli della figa senza mutandine.. il reggiseno nero, in pelle e borchie che gli solleva le tette prepotentemente… le mani smaltate di nero… e in mano la cinghia nera della quale ho portato i segni per settimane.

“Cosa stavi dicendo ?”


Mi getto ai suoi piedi e iniziando a leccargli gli stivali “Scusa Padrona…Grazie per essere tornata !” Si lascia leccare un po’ i piedi poi mi ferma e mi dice “Così non vai bene per stasera, metti quello che ho preparato per te sul letto”.

Vado in camera e trovo il mio “abito” si tratta di una serie di cinghie di pelle, riesco a capire come si indossa solo grazie alla foto sulla confezione… un anello si deve mettere intorno alla base del pene, quattro bretelle salgono due davanti verso il collo, e due dietro sagomate per tenere aperte le natiche, anche queste arrivano al collo dove sono cucite ad un collare borchiato come quelle anteriori, le bretelle sono regolabili quando finisco di sistemarle mi faccio vedere. Ovviamente non è contenta, manovra le regolazioni fino a che sento le natiche spalancate e ad ogni passo l’anello intorno al cazzo tira. Mi fa mettere a quattro zampe per ammirare il risultato, in quella posizione ho il culo completamente aperto e il cazzo strizzato.


“Vedo che sei ancora aperto come ti ho lasciato…” dice mentre si siede su una sedia e infila con forza la punta dello stivale nel mio ano.


Il dolore è forte ma sono così felice che sia tornata la mia padrona che mugolo di gioia…estrae la punta dello stivale e mi ordina di pulirlo “In fretta che dobbiamo andare a cena !”

Resto accovacciato ai suoi piedi per leccare la punta dello stivale, quando si ritiene soddisfatta si alza, indossa uno spolverino che rende “civile” il suo abbigliamento e scende verso la macchina, sto per seguirla quando mi rendo conto che così svestito non posso uscire, mi guardo intorno e raccolgo il telo che teniamo sul divano per farne una specie di mantello, sono scalzo ma non posso fare aspettare la mia padrona, e poi non mi aveva preparato scarpe quindi scendo così, la raggiungo in macchina, salgo al posto del passeggero appena in tempo prima che parta. Ci dirigiamo fuori città, verso le colline.


“Dove stiamo andando ?” chiedo, non faccio in tempo a finire la domanda che mi arriva un violento ceffone in faccia, capisco subito che non posso fare domande, sono solo uno schiavo, e posso parlare solo quando vuole la Padrona.

Finalmente arriviamo, parcheggia l’auto nel giardino di una villetta isolata, ci sono alcune macchine parcheggiate, scende e gira intorno alla macchina, apre la mia portiera e aggancia all’anello del mio collare un guinzaglio corto di cuoio, poi mi strattona per farmi scendere. Capisco subito che devo camminare a quattro zampe come un cane, la ghiaia del sentiero è dolorosa ma non oso lamentarmi, anzi non ho tempo, cammina spedita sui suoi stivali dai tacchi a spillo verso l’ingresso principale e io devo arrancare per non restare strangolato. Suona il campanello, intanto io inizio a leccare via la polvere dai suoi piedi, dopo qualche istante d’attesa si apre il portone e due individui palestrati ci accolgono, indossano solo dei boxer neri attillati ed i loro tatuaggi.


“Buonasera Signora… Lasci pure a noi lo schiavo.. e si accomodi.”


Io la guardo piuttosto spaventato, chi sono questi ? Dove mi ha portato ? Deve intuire il mio sconcerto perchè invece di consegnare il guinzaglio si accovaccia di fronte a me. allargando le gambe e tirandomi con la faccia contro la sua figa, assaporo l’odore e il sapore per qualche istante, poi lei mi spinge via con forza.


“Assaggiala ancora un attimo…. se sarai bravo, forse la assaggerai di nuovo, altrimenti…”


Si alza, consegna il guinzaglio all’uomo che aveva parlato e si fa accompagnare dall’altro oltre una porta, mentre si allontanano vedo che si lascia abbracciare lascivamente da quello sconosciuto. L’uomo che mi ha preso in consegna mi tira verso un’altra porta, provo ad alzarmi in piedi ma un tiro al guinzaglio mi fa capire chi comanda, arriviamo in una cucina ci sono altri due schiavi, uno incatenato al termosifone nudo l’altro ammanettato al rubinetto della cucina. Il mio guinzaglio viene agganciato alla gamba del tavolo.


“Spero che la tua padrona ti abbia addestrato a non scappare, altrimenti ti insegno io!!” mi dice il mio accompagnatore, poi esce.

Sono confuso, mi rivolgo a quello più vicino a me.


“Dove siamo ? Cosa succede ?”


“E la prima volta vero ? ” mi risponde in un sussurro.


“Parla piano, non siamo autorizzati a parlare, è una festa e noi siamo messi a disposizione di tutti gli ospiti, tu sarai presentato ufficialmente per vedere se sei ubbidiente e sottomesso abbastanza, questi ragazzoni sono escort che vengono pagati per fare divertire gli ospiti e per umiliare noi.”


Sto per fare altre domande ma si apre la porta, uno dei ragazzi entra e si avvicina a quello ammanettato, dalla porta entrano odori di incensi e di cibo, musica e vocio poi una voce amplificata.


“Ecco a voi il primo schiavo della serata, Luca ! 36 anni 80 chili per 1.90 sarà in mezzo a voi a completa disposizione !” un applauso e il tipo viene liberato dalle manette e spinto brutalmente in sala, poi la porta si chiude.


“Vuoi dire che tu ci sei già stato ?”


“Si sono stato presentato un paio di mesi fa, è stato fantastico !” mi risponde “Anche se ho ancora i segni addosso” e così dicendo mi mostra alcune cicatrici di frustate sulla schiena “Sono stato portato qui da un amico col quale avevo fatto sesso un paio di volte senza sapere nulla, così mi all’inizio non volevo e mi hanno dovuto maltrattare un po… ma quando siamo tornati a casa ho ringraziato il mio padrone, ho goduto immensamente !”

Lo guardo stralunato, ma in quel momento entrano per portarlo via in un tintinnio di catene. Resto solo in attesa che mi vengano a prendere con addosso un misto di paura e di eccitazione, potrei sganciare il collare e scappare, ma scalzo e praticamente nudo non saprei dove andare e poi non so come reagirebbe mia moglie la mia padrona !

Poi si apre la porta, e vengo tirato in sala, c’è un caminetto acceso con un tavolino basso di fronte, intorno seduti su divani o poltrone gli ospiti sei o sette in tutto, tre escort come quello che mi conduce uno dei quali si sta tranquillamente facendo spompinare da mia moglie, anzi dalla mia Padrona ! I miei colleghi sono in piena attività e mentre un ragazzo mi guida sul tavolino mi presenta al microfono.


“Ed ora il novizio della serata ! Fabio un metro e novanta per 105 chili messo a disposizione dalla padrona Giò !”


Lei si alza ad accogliere gli applausi del pubblico lasciando il cazzone che stava spompinando, il ragazzo approfitta della pausa per sedersi sulla poltrona dov’era lei la prende per i fianchi e la fa sedere sul suo cazzo lei apre le gambe e l’arnese scivola facilmente nella figa fradicia che avevo appena assaggiato poco prima. Qualche ospite si avvicina, un anziano grasso e viscido mi palpeggia il culo le palle le gambe la pancia è sudato di eccitazione, io sono sul tavolino, sempre su quattro zampe, in mostra illuminato da alcune lampade.


Mi sento schiaffeggiare la faccia, qualcuno mi sta sbattendo il cazzo sulle guance, poi mi gira la testa e la spinge verso il cazzo con il quale mi ha colpito.


“Succhia cornuto !” mi dice, non ho nemmeno modo di vedere chi è, ne come è fatto.


Il cazzo non è completamente eretto ma il mio pompino lo fa inturgidire, e, poco tempo, diventa duro e grosso continuo a spompinare senza potere nemmeno guardare il padrone del cazzo, con le mani guida il ritmo della pompa.


“Bravo, cornuto, aveva ragione la mia amica Giò !”


A queste parole alzo la testa e lo riconosco, e Mauro, un collega di Giò, l’ho incontrato a qualche festa aziendale, quando capisce che l’ho riconosciuto ride.


“Chi credi che abbia consigliato a tua moglie di addestrarti ? Lo sapevo che sei uno schiavetto senza palle, mi ha detto che hai imparato subito ad obbedire! Adesso ti faccio vedere come si deve scopare una donna… ”


Mi lascia un attimo e va dalla mia padrona, la fa stendere a terra proprio sotto i miei occhi, e inizia a chiavarla con foga lei è eccitatissima già dopo pochi colpi la vedo fremere per un orgasmo, mi guarda mentre incita il suo amante a fotterla e mi insulta dandomi del frocio, cornuto e altre cose del genere. Dal canto mio sono sconvolto per la notizia di essere cornuto, fino al giorno in cui mi ha schiavizzato non l’avrei mai creduto possibile, dopo avevo forti sospetti ma la cosa mi eccitava più che farmi arrabbiare, e adesso vederla scopata da un conoscente mi piaceva da matti, intanto il mi culo veniva devastato dal ciccione che ora usava dildo di varia misura e mi faceva tenere fermo da uno dei boys della festa. Ad un certo punto mia moglie si gira alla pecorina “Mettimelo nel culo! Dai sfondami !” dice all’amante.


Lui non se lo fa ripetere, ha il cazzo viola da quanto è eccitato vorrei succhiarlo o prenderlo nel culo o leccare la figa fradicia di lei che mentre si fa inculare mi guarda intensamente, ed io che nemmeno ci avevo mai provato a chiederle il culo per paura di scandalizzarla ! Dopo qualche minuto l’amante dice che sta per venire e si tira indietro, ma lei glielo impedisce dicendo “Sborrami nel culo dai !”


Allora lui si lascia andare e accelera il ritmo fino a che non viene con un grugnito spingendo il cazzo nel culo di lei fino alle palle. Restano qualche istante avvinghiati poi lei mi dice “Puliscigli l’uccello frocio !”


Allora lui si alza e posso leccare i sapori di quella scopata, quando è soddisfatto mi lascia, ma lei mi ordina di girarmi a pancia in su sulla panca, con qualche protesta di quelli che giocavano a sfondarmi dietro riesco a farlo, e lei si siede appoggiando il suo ano sulla bocca, è completamente aperto e capisco subito qual’è il mio compito, inizio a succhiare e leccare per ingoiare lo sperma dell’amante della mia padrona, lei contrae i muscoli e spinge fuori alcuni fiotti di un fluido composto da sperma ed altro.


“Bravo cornuto !” mi dice “Succhia lo sperma del mio maschione… ti piace vero ? Hai il cazzo che ti scoppia da quanto sei infoiato ! ” e quando si è liberata il canale posteriore mi ordina di pulire anche la figa.

A questo punto l’uomo con il microfono invita tutti ad avvicinarsi.


“Sta arrivando big-bamboo ! Venite ad assistere all’ingresso di questo nuovo schiavo tra le nostre proprietà !”


Vedo aprirsi la porta in fondo, entra, accolto da un applauso, un nero enorme, alto almeno due metri con un fisico da culturista, completamente nudo e depilato, il pene è enorme, arriva a metà coscia e non è nemmeno eretto. Capisco che sono il bersaglio di quel mostro che si avvicina attorniato dagli ospiti cerco di alzarmi ma varie mani mi premono sulla panca, il bestione arriva e mi guarda sorridendo, mi appoggia il cazzo sulle labbra, apro la bocca ma fatico a farcelo entrare è talmente grosso che non riesco a fargli una pompa posso solo leccare la cappella


Ad un certo punto cede alle richieste di alcune signore che vogliono provare la sua nerchia, si ritrae e mi svuota completamente.


“Ora devo accontentare alcune delle tue padroncine…Ma prima pulisci bene il bestione.”


Da dietro sento “Rieccoti schiavo!” è di nuovo l’amante di mia moglie “Hai un culo aperto come una galleria, voglio fotterti ma sei pieno di sperma, prima ti lavo.”


Detto questo, infila il cazzo non durissimo per pochi centimetri nel mio culo e poi si lascia andare ad una lunga pisciata, sento l’orina calda che mi riempie e cola dallo sfintere slabbrato bruciando sulle escoriazioni.


“Sei proprio un cesso !” mi dice, quando esce non riesco a trattenere il liquido che sgorga copiosamente inondandolo, questo lo fa infuriare, inizia a sculacciarmi.


“Stupido cesso intasato ! Come osi sporcarmi !” si alza e viene davanti “Ora puliscimi tutto !”


Così inizio a leccarlo piedi, gambe, palle e cazzo, tutti i peli intrisi di una brodaglia mista tra piscio, sborra e merda, quando decide di essere pulito ha il cazzo quasi duro, me lo ficca in gola.


“Succhia dai, che voglio sbatterti come ho fatto con tua moglie


“Ti riempio il culo, cornuto !” mi urla mentre viene, poi mi ordina di stendermi a terra, in mezzo ai liquami a pancia in su “Sei un vero cesso, ed io voglio cagare.”


Si accovaccia con l’ano a pochi centimetri dalla mia bocca, mentre contrae i muscoli per spingere vedo lo sfintere dilatarsi e uscire uno stronzo marrone, capisco subito cosa devo fare, apro la bocca e lo accolgo cercando si soffocare i conati di vomito e di ingoiare, il primo pezzo è quasi solido e devo masticarlo per riuscire a mandarlo giù, riesco appena a prendere fiato che vedo nuovamente aprirsi il culo, apro la bocca ma stavolta è più lenta, quasi liquida quasi mi soffoca e una parte mi cola fuori, ma riesco a deglutirla ugualmente e l’ultima scarica è molto più piccola.


“Ora puliscimi bene ! Cesso !”


Finisco di ingoiare e con la lingua pulisco gli ultimi residui. Poi lui si alza e palpeggiando mia moglie e le dice “Guarda che bel cesso, solo che ha un po di perdite, ha bagnato tutto intorno!”


Lei annuisce, si accovaccia sulla mia faccia e scarica la sua calda orina odorosa, poi mi ordina “Pulisci qui in terra! guarda che casino hai combinato !”


Mi sollevo a fatica a quattro zampe, in effetti sono dentro ad una pozzanghera maleodorante, cerco di capire come potrei pulire ma lui mi sbatte la faccia in terra.


“Con la lingua frocio !”


Inizio a leccare il pavimento, mi sento un verme costretto a strisciare e leccare la fanghiglia dal pavimento, gli ospiti intorno mi guardano commentando il mio lavoro, dopo qualche tempo gli altri due schiavi vengono mandati ad aiutarmi ma loro sono provvisti di stracci e secchi. Quando abbiamo pulito la zona ci alziamo verso i padroni che sembrano abbastanza soddisfatti.


“Ora noi andiamo nell’altra stanza a mangiare.. voi restate qui, pulite e sistemate tutto. Se fate presto e bene forse potrete mangiare qualcosa anche voi.”


Dette queste parole gli ospiti lasciano la stanza dopo avere acceso le luci, noi iniziamo la pulizia del locale, ovunque ci sono schizzi di sperma o altri liquidi non meglio identificabili, profilattici usati, vibratori di tutte le forme e le dimensioni ancora umidi degli orifizi in cui sono stati infilati. Dopo avere sistemato il tutto ci sediamo per terra accanto alla porta chiusa da cui sono usciti gli ospiti, gli altri due più esperti mi hanno sconsigliato di entrare o bussare, anche sedere sui divani non è un nostro diritto. Finalmente, dopo un tempo interminabile, la porta si apre, sono tutti a tavola, tutti vestiti quasi normalmente, al termine di quella che deve essere stata una cena abbondante, i “boys” sono i camerieri, quello che ci ha aperto la porta ci indica in un angolo un grande piatto con gli avanzi della cena, è l’ultima umiliazione dovere mangiare come cani sotto gli occhi dei nostri padroni. Qualche tempo dopo ci tolgono gli avanzi, e ci ordinano di andare a sistemarci e tornare. Abbiamo la possibilità di fare una doccia, e rivestirci come quando siamo arrivati, io con le mie imbragature di cuoio, e gli altri con costumi simili.

Quando ci ripresentiamo ognuno cerca di tornare dal proprio padrone, solo io vengo fermato e quello che sembra l’anfitrione si avvicina, ha un pacchetto incartato e me lo porge, lo prendo senza capire e ad un suo cenno lo apro. C’è un cellulare.


“Questa sera, la tua padrona ti ha donato al nostro gruppo, ora sei di tutti e ognuno di noi potrà chiamarti per qualunque servizio in ogni momento.” mi dice “Dovrai sempre tenerlo acceso e dovrai sempre rispondere alle nostre chiamate, altrimenti sarai punito !” quindi si gira e fa un cenno a mia moglie, che arriva con il guinzaglio, lo aggancia e mi trascina verso l’auto.

E’ notte fonda, ho freddo e sono stremato, durante il viaggio non scambiamo nemmeno una parola, appena entriamo in casa finalmente mi parla.


“Schiavo e cornuto, e da tempo che pensavo di lasciarti, di te non mi interessa nulla, non mi fai godere, mi fai schifo. Mauro mi ha convinto a tenerti come schiavo, e l’unica cosa che puoi fare è adorarmi come tua signora e padrona, se sarai abbastanza bravo terrò una linea civile quando siamo in famiglia altrimenti ti umilierò senza pietà per dimostrare a tutti che merda sei. Chiaro ?”

Mi accovaccio ai suoi piedi felice “Si Padrona, sono tuo schiavo non lasciarmi mai ti prego.”


In quel momento Mauro entra dall’ingresso, con le sue chiavi, ignorandomi completamente bacia mia moglie e inizia a spogliarla dopo pochi minuti vanno in camera.


“Vieni a guardare come mi scopa ! Ti puoi masturbare se vuoi.” e cosi seguo i miei Padroni mentre vanno a fare sesso sul mio letto.

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Decido di battezzare il nuovo studio con la mia amica Mistress Carola, da tempo non più in attività ma alla ricerca di un nuovo schiavo fisso dopo il divorzio avuto dal precedente marito. Ovviamente ho provveduto a comprare degli abiti degni dei loro nuovi ruoli ai miei servi. Alla cagna ho preso diversi completi da cameriera, con gonna sempre corta appena sotto il sedere, corpetto che le esalti il seno e grembiulino bianco, fermo restando il divieto di portare biancheria intima di qualsiasi genere. Al servo bastardo oltre a qualche capo in pelle nera per esaltarne la sottomissione ho preso alcune divise verdi da infermiere, di quelle composte da casacca e pantaloni verdi. Mistress Carola arriva col solito ritardo… “Allora Carola,, scommetto che hai fatto tardi perchè eri impegnata a scoparti qualche schiavo, non è vero ?” “E come potrei nascondertelo mi conosci… Dopo averlo scopato mi sono fatta scopare e riempire di sborra calda, solo che mi sono resa conto che ero in ritardo e non mi sono neanche pulita per venire da te.” Dov’è il bagno che devo darmi una pulita. “Ma quale bagno, ho uno schiavo che ti pulirà meglio di qualsiasi bidè.” “Cagna aiuta la Signora a spogliarsi, poi chiama quella cagna di tuo marito e digli di venire in fretta.” Lurido bastardo la mia amica è ancora sporca di sperma, quindi vedi di pulirla a dovere, magari senza eccitarti troppo se ci riesci.” Lui si mette subito in ginocchio e inizia a leccarle la fica. La lingua del servo la ripulisce in fretta, bevendo tutto, piaceri maschili e femminili insieme, solo che non si ferma una volta finito il suo compito, ed io non ho certo voglia di farlo smettere. Lei inizia a gemere sotto i suoi colpi di lingua mentre io mi abbasso per baciarla e toccarle il grosso seno. “Certo che hai un servo molto bravo, speravo che la voce che girava su di loro fosse vera, mi sono fatta sborrare dentro apposta.” “E’ ancora agli inizi, ma promette bene.” “Dai leccami la fica cane, tu servi solo per servire le donne potenti come noi, sei solo un oggetto che deve fare ciò che gli si ordina.” “Lui deve bere tutto ciò che voglio, anche il mio piscio, anzi dev’essere un onore bere la mia pioggia dorata.” “Si però ora toccami tu, ho la fica in fiamme.” “Con vero piacere, e tu bastardo, leccale i piedi.” Godo nel vederla godere guardando il servo che le fa dei pompini alle dita dei piedi con una dedizione totale. Solo che ora sono io ad avere una voglia matta,e Carola se ne accorge subito. Allunga una mano sul mio perizoma e lo sposta di quel poco che basta per mettermi un dito dentro. “Tu mi leggi nel pensiero.” “Hai lo sguardo di chi vuole godere, servo lecca subito il culo alla tua padrona mentre le faccio un bel ditalino.” Anche lui sposta un po’ il perizoma, prima di aprirmi delicatamente le chiappe per potermi leccare il buchetto. Con una mano esperta davanti e una lingua vogliosa dietro, non ci metto molto a raggiunger l’apice del piacere, fino ad accasciarmi sul corpo della mia amica Carola Grazie amica mia, sussurra Carola mi è veramente piaciuto “ma non è che il bastardo me lo puoi affittare per qualche seratina ?” “Mi dispiace, ma la cagna e quella troia di sua moglie sono miei, però un’idea l’avrei se ti interessa.” “Penso che tu non abbia problemi a trovare un paio di giovani disposti a qualcosa di più trasgressivo del solito.” “Certo che no, cos’è hai voglia di un bel cazzo anche tu ?” “Beh non posso negare che mi farei una sana scopata molto volentieri, in questo tu mi capirai, lui è totalmente inadatto. Inoltre lo vorrei vedere inculato da un uomo che lo riempia a dovere.” “Va bene, anzi benissimo, facciamo sabato per cena, così ti potrai godere anche la mia schiava.” “Sono sicura che ci divertiremo, due bei cazzi e due servi, cosa si può desiderare di più.” Ci salutiamo con un bacio continua

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